Si discuterà , ora, delle partecipazioni della compagnia.
Si conclude molto bene il primo trimestre per Generali. La compagnia ha fatto registrare un utile in crescita del 3,3% a 682 milioni, con premi complessivi a 20,1 miliardi e in crescita dell’8,3% grazie all’andamento del business vita (+12,7%). Il risultato operativo è in aumento del 6% a 1,3 miliardi e si configura come il miglior dato dal 2008 ad oggi.
Lo annuncia una nota che poi spiega: “Generali nel 2015 continuerà ad intraprendere tutte quelle azioni volte al miglioramento del risultato operativo complessivo”, nonostante la “presenza di un quadro macro-economico ancora incerto”.
In particolare “in un contesto macroeconomico che prevede una ripresa della crescita del Pil nelle economie avanzate ma caratterizzato da tassi di interesse ai minimi storici – afferma Generali -, l’andamento della raccolta vita di gruppo continuerà a riflettere un’attenta politica sottoscrittiva e un maggiore focus su prodotti a basso assorbimento di capitale e a più elevato valore”.
Dal punto di vista della partecipazioni del Leone, il direttore finanziario, Alberto Minali ha spiegato che non ci sono state variazioni nelle quote in Rcs e in Mediobanca che, quindi, restano allo 0,96% e poco sotto il 2%. Quanto a Telecom, il gruppo valuterà “al momento opportuno” cosa fare del 4,32% che riceverà dopo la scissione di Telco: “Non abbiamo ancora deciso cosa fare di queste azioni – ha detto Minali – lo vedremo al momento opportuno”.
Facendo nuovamente riferimento al dettaglio dei conti, i premi vita vanno a 13,7 miliardi e vengono trainati dalla crescita significativa delle unit linked che vedono una raccolta in crescita del 24,6% e raggiungono il 24,5% della raccolta vita. Il risultato operativo del segmento sale dell’8,2% a 823 milioni. La nuova produzione in termini di premi equivalenti va a 1.429 milioni (+9,8%). Appare invece stabile la raccolta danni (6.483 milioni), con un utile operativo a 505 milioni (-4,6%), anche con un maggior impatto degli eventi catastrofali in Italia e nei paesi del centro Europa per circa 70 milioni.