Africa del Nord e America Latina sono le 'terre di conquista'.
Per la prima volta a seguito del divorzio Enel e Terna tornano a stringere un patto lavorativo.
A quasi un decennio di distanza dalla separazione delle rete elettrica ad alta tensione dal patrimonio dell’ex monopolista, le due aziende a controllo pubblico, hanno deciso che è venuto il tempo di seppellire i vecchi rancori e di conquistare insieme i mercati esteri.
Lo aveva comunicato, un mese fa, durante la presentazione del piano industriale il numero uno di Terna, Matteo Del Fante e ora l’ha ribadito anche l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace.
Ma per arrivare a cosa? Terna andrà insieme ad Enel (ma nel caso anche con Eni) in quei mercato esteri dove ci sarà le necessità di realizzare reti elettriche a supporto di progetti per la produzione di energia. Per Eni potrebbero essere centrali elettriche collegato a siti di estrazione o lavorazione di idrocarburi, nel caso di Enel reti “per il dispacciamento e la trasmissione” dell’elettricità prodotta sia da impianti tradizionali si da rinnovabili. E dove? Nel contenente africano, dove Enel con la sua controllata nelle rinnovabili è società leader, ma anche in Sud America.
Non per nulla, l’annuncio è arrivato da un convegno dove si è parlato di progetto energetici per l’area del Mediterraneo. Da qui l’apertura di credito da parte di Starace: “Pensiamo che potremmo partecipare, nei paesi che lo chiedessero, allo sviluppo di infrastrutture aggiuntive di cui potrebbero aver bisogno: nella trasmissione insieme a Terna, nella distribuzione e, perchè no, nella generazione convenzionale laddove diventasse un’alternativa percorribile per quel paese”. La prima nazione a cui le due società potrebbero guardare con attenzione è l’Egitto. Come ha spiegato, l’ad di Enel Green Power, Francesco Venturini si tratta di “un paese in sviluppo che ha combinato sia gare che feed in tariff per l’assegnazione dei progetti rinnovabili, con un prezzo predefinito e già regolamentato dal governo