Intanto, durante la giornata di ieri, la Banca centrale europea ha dato finalmente il via all’atteso programma di riacquisti.
Le Borse sono in picchiata, con l’euro che tocca minimi che non si vedevano da dodici anni a questa parte.
I motivi di questa situazione sono attribuibili al fatto che ancora una volta la giornata è stata aggiornata dal Pspp, il piano di acquisti di titoli di Stato della Banca centrale europea attivo da ieri.
Così, l’indice Ftse Mib lascia sul terreno pochi decimi, mantenendosi coerente con gli altri listini del Vecchio Continente. Dando uno sguardo agli altri mercati, e andando oltre confine, è possibile notare che Atene invece rimbalza in avvio di giornata. In precedenza Tokyo ha concluso le transazioni attestandosi in ribasso dello 0,67%.
In leggero calo lo spread BTp-Bund a 95 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,24% (rispettivamente 94 e 1,23% per il benchmark utilizzato dei terminali Mts). Il movimento più eclatante è tuttavia quello dell’euro, sceso sotto quota 1,08 dollari ai minimi dall’aprile 2003 (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta).
Intanto, durante la giornata di ieri, la Banca centrale europea ha dato finalmente il via all’atteso programma di riacquisti (noto anche con il celeberrimo appellativo di «quantitative easing») concentrandosi, stando alle più importanti fonti di mercato, soprattutto sul debito di Germania, Italia, Francia e Belgio e sulle scadenze lunghe.
Sui listini non si sono visti particolari scossoni, se non la continuazione di una serie di movimenti (in particolare sui rendimenti dei titoli di Stato e sull’euro) in atto ormai da settimane. Francoforte ha del resto sempre fatto presente con estrema precisione di voler intervenire nel modo più neutrale possibile per evitare effetti distorsivi su quella che è la curva dei rendimenti.