I bilanci trimestrali fanno registrare una risalita per gli istituti creditizi, compresi quelli con capitalizzazioni negative.
La performance delle banche durante i primi nove mesi di quest’anno è sorprendente. Dopo un 2013 da dimenticare gli istituti, compresi quelli con capitalizzazioni negative, hanno dato luogo a prestazioni positive.
Le più grandi realtà del settore iniziano a raccogliere i risultati del lavoro svolto, procedendo nel miglioramento dei loro bilanci dopo l’anno precedente. Non mancano, nel contempo, numerosi ostacoli che sono ancora da risolvere.
Occorre tornare agli stress test europei promossi dalla Bce, per segnalare che sia Intesa Sanpaolo che Unicredit hanno fatto vedere di avere i cuscinetti di capitale più solidi in Italia, rispettivamente da €11 miliardi e da €8,75 miliardi.
Per Intesa Sanpaolo, l’ultimo trimestre è alquanto convincente. Tutti i comparti dell’istituto dimostrano grande vitalità e l’utile è aumentato a +88% in confronto al 2013. Si registra pertanto una diminuzione dei crediti deteriorati.
La trimestrale di Intesa Sanpaolo, la seconda banca italiana per numero di attivi, è stata sinora la più convincente. Il risultato ante imposte è andato bene in tutte le divisioni operative dell’istituto. L’utile è cresciuto del +88% rispetto all’anno prima e i crediti deteriorati sono dimuiti.
Banca Carige ha fatto registrare invece una perdita di 328 milioni di euro. Banco Popolare dovrà varare un piano di razionalizzazione delle sue reti per diminuire i costi.
Per Carige i primi nove mesi si sono chiusi con una perdita netta di 329 milioni, in calo rispetto al rosso di 1,3 miliardi del corrispondente periodo dello scorso anno. Il Core Tier 1 – misura della solidità patrimoniale – si è attestato al 9,4%.
E Ubi Banca? Il periodo preso in considerazione è stato messo in archivio con profitti consolidati pari a 149,8 milioni di euro, in netto miglioramento in confronto ai 101,9 milioni dello stesso periodo del 2013. Merito di un ottimo piano di riduzione dei costi.