Arriva la bocciatura della Banca centrale. Le due banche costrette alla ricapitalizzazione.
La Banca centrale europea ha bocciato Monte ei Paschi e Carige agli ‘stress test’. Dopo i risultati arrivati nella giornata di ieri, i due titoli hanno fatto registrare grosse perdite in Borsa in una seduta che si prospetta molto negativa anche in chiusura. Mps, viaggia attualmente con una flessione pari al 20% di media. Carige registra invece un tonfo pari al 12,5% di media. La Banca centrale europea ha dichiarato che Mps e Carige devono procedere alla ricapitalizzazione. Per Mps si tratterà di versare 2,11 miliardi di euro nelle proprie casse, mentre Carige verserà 814 milioni di euro. Per Monte dei Paschi si tratta di una cifra superiore alle aspettative del mercato; per Carige l’ammontare si colloca nella parte alta della forchetta indicata dagli analisti come probabile ammanco.
Carige ha già annunciato un aumento di capitale per non meno di 500 milioni, garantito per 650, oltre a dismissioni.
E Monte dei Paschi? Ancora una volta la banca è sotto torchio. Ora i vertici dell’istituto avranno due settimane per spiegare alla Banca centrale europea come vorranno colmare il deficit di capitale. Nel contempo, gli advisor nominati dalla banca sono Ubs e Citi. Spetterà a loro definire, strutturare, implementare azioni di mitigazione, nonché valutare tutte le opzioni strategiche a disposizione. Gli esperti spiegano così la situazione dell’istituo senese:
A quanto si apprende, Mps sta facendo di tutto per evitare un altro aumento di capitale, mentre studia l’emissione di un bond convertibile in azioni tipo At1, unito a cessioni di rami aziendali come Consum.it che sembra in dirittura di arrivo, o di pacchetti di crediti in bonis o in mora, oppure di parti della rete agenziale. Il deficit patrimoniale indicato dal Common equity tier 1, svolti i due esercizi di vigilanza, è di 2,11 miliardi di euro. La revisione degli attivi Aqr ha rivelato carenze per 845 milioni, e lo stress test scenario di base un deficit da 1,51 miliardi. Numeri colmabili, fin lì, dalle azioni di rafforzamento poste in essere nel 2014, prima tra tutte l’aumento di capitale da 5 miliardi (di cui 3 restituiti al Tesoro per i Monti bond tuttavia). E’ lo scenario “avverso” considerato dal secondo stress test a lasciare il segno: 4,25 miliardi di deficit, solo dimezzati da quanto fatto fin qui dal management dell’istituto in questi mesi. Il vertice della banca, guidato da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, contesta che modalità dello stress test sono molto diverse da quelle applicate dalla Commissione Ue per il piano di ristrutturazione che ha dato l’ok ai Monti bond.