Ad agosto si è registrato un uovo calo dell’Ifo, l’indicatore che misura la fiducia delle imprese tedesche: per la quarta volta di seguito ha continuato a scendere attestandosi a 106,3 punti, dai 108 del mese di luglio, e al di sotto delle attese degli analisti che – secondo l’agenzia Bloomberg – si collocavano a 107 punti. Scende  anche l’indice che rileva la situazione corrente, pari a 111,1 punti ad agosto (112,9 a luglio), contro i 112 del consensus.
Anche Klaus Wohlrabe, economista dell’Ifo, l’Istituto che ha diffuso il dato sulla fiducia delle imprese, si dice ribassista sul tasso di crescita tedesco: nel 2014 la dinamica del Pil dovrebbe attestarsi a +1,5%, contro un aumento anteriormente atteso al 2%.
>Â Borse europee in calo per opposizione Germania anticipo Esm
Il peggioramento del quadro, stando agli economisti, è imputabile alle preoccupazioni collegate alla crisi in Ucraina e all’influenza delle sanzioni contro la Russia, che coinvolge tanto le imprese tedesche. In ogni caso è l’ennesimo indicatore derivante da Berlino che segna un quadro buio per la prima economia europea. È da troppo tempo infatti, che la Germania dall’essere ancora di salvataggio nella recessione del Vecchio Continente è diventata parte del problema.
A metà agosto era affiorato il rallentamento dell’economia tedesca, già anticipato dall’indice Zew che – in modo similare all’Ifo – calcola la fiducia delle imprese, tramite un panel di esperti. Il Pil della Germania è andato in negativo scendendo dello 0,2% nel secondo trimestre 2014, riguardo al trimestre precedente, con un dato meno buono rispetto alle attese che individuavano una eventuale flessione del -0,1%. A destare preoccupazioni è  la presa di posizione della Bundesbank, secondo cui il rimbalzo nella seconda metà dell’anno sarà a questo punto difficoltoso.