Prada, il famoso marchio ormai parte stabile dell’abbigliamento di lusso, ha annunciato l’apertura in Italia di quattro nuove fabbriche che avverrà entro il 2015. I nuovi stabilimenti verranno costruiti vicino a Firenze per quel che riguarda la pelletteria, mentre a Civitanova Marche per quel che riguarda le calzature e ad Ancona per quel che riguarda l’abbigliamento. In Toscana, infine, è prevista l’apertura di uno stabilimento-magazzino che sarà destinato a svolgere il ruolo di polo logistico.
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Il programma di sviluppo del “made in Italy” di Prada – che, va citato, è quotata a Hong Kong – annuncia anche la nascita di un’Accademia tecnica, in Toscana, sempre entro il 2015. In realtà si tratta di un segnale parecchio importante di ritorno al manifatturiero. Un fatto che si sta diramando nel mondo occidentale. Nelle scorse settimane l’ufficio di statistica federale americano ha fatto sapere che l’industria Usa ha creato oltre 600 mila nuovi posti di lavoro negli ultimi due anni.
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Per Patrizio Bertelli, amministratore delegato del gruppo: «Il made in Italy non è solo un’etichetta. Dobbiamo trasmettere il know-how alle generazioni future. Il made in Italy sono le persone che sanno fare un mestiere».
Nel 2014 il gruppo Prada presume di aumentare i ricavi del 9% tenendo un esito operativo in linea con l’anno scorso, mentre nel 2015 i ricavi dovrebbero aumentare dell’11% e i margini «aumentare significativamente» seguitando a farlo nel 2016. Quest’anno il gruppo farà duemila assunzioni in tutto il mondo mirando a superare il livello di 13.500 dipendenti. Nel 2013 il fatturato globale di Prada è arrivato a 3,6 miliardi.