La Bce dopo il dato in ribasso relativo all’inflazione nel mese di ottobre, ha stabilito di sorprendere gli investitori nella riunione di inizio novembre con una diminuzione dei tassi di interesse, motivato dal rischio di un’inflazione troppo bassa rispetto al proprio target. Da parte della Fed, l’incertezza sul contesto congiunturale di breve periodo ha spinto i mercati a posticipare l’inizio del cosiddetto tapering, ma il miglioramento dei dati sul mercato del lavoro inerenti al mese di ottobre, diffusi a inizio novembre, ha riaperto l’ eventualità di una diminuzione della politica economica in tempi più rapidi.
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La scelta della Fed di posporre la fine della politica monetaria espansiva ha fornito ai mercati azionari la possibilità di raggiungere nuovi massimi anche se la dinamica della profittabilità aziendale è stata di bassa qualità . Per il prossimo anno sarà decisivo il contesto macroeconomico negli Usa. Da esso deriveranno la crescita degli utili aziendali, il rinforzo di una ripresa modesta e fragile nell’area euro, la ripresa dei Paesi Emergenti.
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Secondo gli analisti, un investitore dinamico volto al medio-lungo termine dovrebbe tenere in conto il mercato azionario. Il premio per il rischio offerto dall’equity, il sovrarendimento dato a differenza delle obbligazioni prive di rischio, rimane elevato in termini storici e potrebbe variare in importanti rendimenti reali, soprattutto sugli utili.
Le aree preferenziali sono il Giappone, l’Asia Emergente e l’eurozona. L’esposizione alle obbligazioni dovrebbe aspettarsi una duration contenuta, una discreta realtà di portafoglio al movimento dei tassi a lunga scadenza, attraverso una sottoesposizione alle obbligazioni governative tedesche e Usa, dalle stime ancora positive.