Borsa e spread pagano il tributo alla crisi politica italiana. Piazza Affari archivia la seduta di Mercoledì con il segno meno, in controtendenza rispetto all’andamento delle altre borse europee che hanno chiuso il leggero rialzo, trainate da Wall Street. L’incertezza rispetto al quadro politico italiano spaventa i mercati azionari: la borsa di Milano chiude in rosso con un -1,35%, trascinata dalla performance negativa dei titoli bancari e dal calo di Mediaset (-2,23%). Il rischio di una crisi di governo pesa anche sul mercato obbligazionario: lo spread Btp-Bund è salito a quota 248, il rendimento del decennale è cresciuto sino al 4,42% e il gap con i Bonos spagnoli si è ridotto.
Il rischio di una possibile ed imminente catastrofe politica provoca l’immediata reazione dei mercati azionari e di quelli dei titoli di stato. La minaccia di un’uscita del PDL dal governo, e lo spettro di un ritorno ad una situazione di stallo (senza riforma elettorale), mettono sotto pressione Borsa e spread. La tensione politica, riacutizzata dalle parole e dai toni di certi politici sull’ imminente caduta dell’esecutivo, torna a farsi sentire e a rendersi palpabile. Piazza Affari si aggiudica il titolo di peggior listino europeo e i titoli di stato italiani pagano pegno, con il differenziale risalito di 7 punti, vicinissimo a quota 250.
Il Tesoro tornerà sul mercato la prossima settimana, in piena bagarre politica, dopo la tre giorni di collocamento dei titoli di stato conclusasi con i risultati dell’asta BTP del 29 agosto. Lunedì 9 settembre è atteso il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi da Senatore. Gli occhi sono puntati in particolare sullo spread, particolarmente sensibile alle vicende di casa nostra (quanto accaduto ieri ne è l’ennesima conferma), dato che una fetta consistente di titoli di stato italiani è collocata in portafogli italiani (si stima tra il 60 e il 70 per cento).
Va inoltre sottolineato che è attualmente in corso il programma OMT (il famoso scudo anti spread), attraverso cui la Banca centrale Europea (BCE) acquista titoli di stato sul mercato secondario dei paesi che beneficiano dell’assistenza esterna dell’ESM, il fondo salva stati, con l’obiettivo di riportare in equilibrio gli spread dei Paesi dell’Eurozona. La fragilità del governo e le divisioni interne all’esecutivo potrebbero innescare una escalation di eventi destabilizzanti e aggravare l’attuale scenario: se le vicende politiche dovessero far impennare il differenziale Btp-Bund, fino a che punto lo strumento della BCE potrà ancora servire ed essere efficace? Lo spread potrebbe tornare nuovamente a livelli di allarme?