Il Governo, invece, aveva stimato, nel documento di programmazione economica e finanziaria, un incremento..
Il Governo, invece, aveva stimato, nel documento di programmazione economica e finanziaria, un incremento dello 0.5% .
La previsione di Confindustria è quindi un dato in forte contrasto con quanto detto dal Governo, e questo fa porre le basi per un terzo periodo di recessione per l’Italia, dopo lo sciopero petrolifero del 1975 e la crisi finanziaria del 1993.
Confindustria afferma che “siamo vicini al punto di minimo. Ci sono forti rischi di debolezza internazionale, ma si vedono anche i primi segni di una futura stabilizzazione, che sono i sintomi di una svolta”. Infatti, le stime degli industriali prevedono che il PIL, per il 2009, crescerà dello 0.4% .
Per poter ottenere questo risultato di ricrescita, occorre mettere in campo alcune riforme strutturali. Basti pensare che, nel nord Italia, il 53% dei redditi delle famiglie finiscono allo Stato, tra imposte dirette, indirette e contributi. Allo stesso modo, si prevede una diminuzione dell’inflazione per l’anno 2009, nonchè una nuova diminuzione del prezzo del petrolio, che tornerà ad assestarsi attorno a 90 dollari al barile.
Federico 7 Ottobre 2008 at 06:50
Buongiorno, io sono un lavorator eautonomo in Lombardia. Scrivo per condividere il pensiero che servono riforme strutturali SERIE. Aggiungo che come ditta individuale la precentuale di reddito che ogni anno trasferisco allo stato sfiora il 65%…Quando a scuola si studiava la storia del Medioevo ci si scadalizzava dei potentati che pretendevano il pagamento della DECIMA…OVVERO IL 10%….Vien da dire che lo stato attuale delle cose fa rimpiagere la “floridità economica medievale” !?