Banca Popolare di Milano ha trovato l’accordo con i sindacati per ridurre la forza-lavoro di 700 dipendenti
Banca Popolare di Milano ha trovato l’accordo con i sindacati per ridurre la forza-lavoro di 700 dipendenti. Dopo un lungo incontro durante la notte, alla fine Bpm e sindacati sono riusciti a trovare un’intesa sulla riduzione del personale previsto nel piano strategico 2012-2015 della banca milanese. In questo modo l’istituto di credito stima una riduzione dei costi del personale per 70 milioni di euro. Intanto, stamattina in borsa il titolo Bpm è tra i peggiori dell’indice FTSE Mib con un ribasso dell’1,99% a 0,3998 euro.
Bpm sta facendo nettamente peggio del listino azionario di riferimento, che ieri è stato il peggiore in Europa a causa delle incertezze sul governo Monti, che ha perso la fiducia al Senato in seguito alla decisione del Pdl di astenersi su due importanti votazioni. Tornando a Bpm, i termini relativi ai tagli del personale erano già scaduti lo scorso 20 ottobre. Da allora c’è stata grande tensione prima di raggiungere l’accordo.
Bpm dovrà iscrivere nel bilancio 2012 un costo che si aggira intorno ai 180-200 milioni di euro. Secondo gli analisti di Intermonte, l’accordo con i sindacati è una notizia positiva visto che si paventava l’ipotesi di un’operazione unilaterale della banca con licenziamenti collettivi. Restano, però, i dubbi sulla solidità patrimoniale della banca, dopo che a fine settembre scorso il Core Tier 1 era sceso all’8,91% dal 9,05% del trimestre precedente.
Nonostante il processo di ristrutturazione in corso ormai da un anno e il cambio dei vertici societari, l’istituto di credito milanese resta ancora vulnerabile agli shock esterni e alle difficoltà dell’attuale fase negativa del ciclo economico. Intermonte resta molto cauta sul titolo, soprattutto dopo la risalita dello spread Btp-Bund a 330 punti. E’ stato così ribadito il rating “underperformâ€.