La vittoria di Barack Obama, confermato presidente degli Stati Uniti d’America per il secondo mandato consecutivo (2008-2012, 2012-2016), apre diversi dibattiti su numerose sfide politico-economiche che il paese dovrà affrontare già a partire dalle prossime settimane
La vittoria di Barack Obama, confermato presidente degli Stati Uniti d’America per il secondo mandato consecutivo (2008-2012, 2012-2016), apre diversi dibattiti su numerose sfide politico-economiche che il paese dovrà affrontare già a partire dalle prossime settimane. Un problema molto sentito è quello del debito, in particolare la dipendenza dai creditori stranieri. In particolare, soltanto i cinesi detengono il 7% dello stock del debito americano per un totale di 1.150 miliardi di dollari rispetto a un debito federale complessivo di 16.235 miliardi di dollari.
In base ai dati attualmente disponibili, ogni cittadino americano ha un debito di 3.611 dollari verso i cinesi e questo non va molto giù alla maggioranza della popolazione. Il problema era stato evidenziato da Mitt Romney nella sua campagna elettorale: il candidato repubblicano voleva imporre una linea dura contro la Cina per la manipolazione del cambio dello yuan, mentre Obama è ancora favorevole ad una linea di appeasement con rivalutazione graduale nel tempo della valuta cinese.
Negli ambienti repubblicani era stata anche avanzata l’idea che la Cina potesse ricattare gli Stati Uniti per fini geopolitici, vendendo massicciamente T-Bond sui mercati in caso di scontro su questioni particolarmente delicate (ad esempio il cambio dello yuan, il Tibet, Taiwan o la contesa delle isole Diaoyu/Senkaku con il Giappone). Tuttavia, secondo gli analisti finanziari si tratta di un’ipotesi improbabile.
Infatti, se la Cina iniziasse a scaricare bond americani sul mercato provocherebbe una loro immediata svalutazione, facendo crollare il valore del proprio stesso patrimonio. Anche dal Pentagono sono convinti che l’ipotesi sia impraticabile, visto che la Cina ha poche alternative per investire il grosso della valuta che accumula negli scambi commerciali con l’America. Negli ultimi 12 mesi la Cina ha diminuito la sua esposizione verso il debito USA del 10%, ma da Washington fanno sapere che non conta la nazionalità del creditore bensì la sostenibilità del debito. Per Obama sarà fondamentale un accordo bipartizan per evitare clamorosi tracoli sul debito.