Settore lusso da record a Piazza Affari a metà 2012

by Redazione Commenta

In un clima di forte volatilità e previsioni fosche per il futuro, c’è un comparto che in borsa non conosce crisi. E’ il settore della moda e del lusso

L’economia italiana è in recessione da molti mesi e le aspettative non sono di certo rosee. L’indice azionario FTSE MIB ha perso quasi il 6% nel primo semestre dell’anno, annullando i guadagni dei primi tre mesi e crollando da area 17mila di fine marzo fino a poco più di 12500 punti di inizio giugno (-36%). In un clima di forte volatilità e previsioni fosche per il futuro, c’è un comparto che in borsa non conosce crisi. E’ il settore della moda e del lusso.

Secondo uno studio elaborato da Pambianco strategie d’impresa, nel primo semestre del 2012 quattro titoli del lusso quotati a Piazza Affari – ovvero Salvatore Ferragamo, Benetton Group, Marcolin e Brunello Cucinelli – sono le migliori aziende sia in Italia che in Europa, in termini di performance di borsa. Dietro di loro ci sono marchi del calibro di Hugo Boss e Inditex, che comunque sono cresciute rispettivamente del 44% e del 28%.

Il settore del lusso ha fatto benissimo anche a New York, dove spicca il boom di Michael Kors (+53,5%), e Hong Kong, dove invece il top performer è Prada (+36%). Quest’ultima è un esempio di come un’azienda può essere molto apprezzata in borsa, mostrando fondamentali solidi. Il gruppo Prada, che vanta una capitalizzazione vicina agli 11,5 miliardi di euro, è una realtà con una crescita senza eguali nel suo settore: nel primo trimestre il giro d’affari è salito del 48% circa, l’ebitda del 77,2%, l’utile netto del 111%.

In Italia spicca la performance di Salvatore Ferragamo, che al 29 giugno scorso mostrava una crescita del valore delle azioni del 60,5% rispetto a fine 2011. Dietro di lui c’è Benetton Group con un +55,9%, mentre Marcolin è a +47,3%. Brunello Cucinelli, unica matricola 2012 di Piazza Affari, ha guadagnato il 45,7%. Molto bene anche Luxottica (+26,9%), che ha portato la capitalizzazione in borsa a quasi 12,6 miliardi di euro, e Tod’s (+24,6%): quest’ultimo aveva raggiunto un top annuale a 85,5 euro lo scorso 2 maggio, poi è crollato fin sotto 70 euro negli ultimi giorni.

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