Stamattina il titolo Fondiaria-Sai è in forte calo alla borsa di Milano. Le azioni FonSai sono state sospese per eccesso di ribasso, dopo aver mostrato un calo teorico superiore al 7%
Stamattina il titolo Fondiaria-Sai è in forte calo alla borsa di Milano. Le azioni FonSai sono state sospese per eccesso di ribasso, dopo aver mostrato un calo teorico superiore al 7%. A metà mattinata il titolo resta in asta di volatilità , in attesa di ritornare in fase di contrattazioni continue. A provocare il crollo in borsa del titolo assicurativo è stata la risposta della Consob al quesito presentato da Unipol lo scorso 20 febbraio sulla sussistenza di obbligo di Opa, in connessione on l’operazione di integrazione di Unipol con Premafin, FonSai e Milano Assicurazioni.
Secondo la Consob non c’è sussistenza di obbligo di Opa. Insomma, il progetto di integrazione Unipol-FonSai va avanti, in attesa del via libera ai prospetti informativi sugli aumenti di capitale, che saranno oggetto di una nuova riunione della Commissione prevista per oggi. La decisione di andare avanti con il progetto di integrazione non ha considerato l’azione legale promossa da Sator e Palladio, ma anche del nuovo attacco di Paolo Ligresti in dirittura d’arrivo al cda Premafin.
Ieri i cda di Unipol e Fondiaria-Sai hanno deliberato di dar seguito agli aumenti di capitale, ognuno dei quali sarà pari a 1,1 miliardi di euro. Dovrebbero iniziare il prossimo 9 luglio e terminare il 27 luglio. La scelta di andare avanti nel progetto di integrazione con la compagnia assicurativa bolognese non ha riscosso grande entusiasmo in tutto il board FonSai.
In particolare non hanno gradito molto la scelta i vari Salvatore Bragantini, Jonella Ligresti e Paolo Ligresti. Intanto, non si arrendono ancora Sator e Palladio, che hanno già inviato una lettera a Unicredit illustrando i benefici del loro progetto su Premafin al 2015. I due fondi hanno fatto ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento Isvap, che ha autorizzato Finsoe e Unipol ad acquistare Premafin e le sue controllate. Secondo i due fondi nel responso Isvap c’è un vizio di forma.