La notizia di oggi sul fallimento di altre sette banche americane, per un totale di 52 banche fallite in America dall'inizio dell'anno ad..
Questa condizione è stata confermata anche da Henry MacNevin, il vicepresidente Emea banking di Moody’s, che tuttavia ha sottolineato come la situzione delle banche italiane non sia poi così disastrosa.
MacNevin, infatti, ha illustrato oggi le prospettive sul sistema bancario italiano dopo il riesame su 22 istituti terminato il primo Luglio e dopo che nella giornata di ieri l’agenzia di rating ha ribadito l’outlook negativo assegnato lo scorso maggio al settore.
MacNevin non ha negato che il 2009 e il 2010 saranno due anni difficili per le banche italiane, due anni in cui nel primo si verificherà la recessione e nel secondo la stagnaziona, un processo che non dovrebbe avere gravi conseguenze sulle banche italiane, diversamente da quanto è accaduto negli altri Paesi.
A detta di MacNevin, infatti, le banche italiane dovrebbero preoccuparsi solo nel caso in cui la situazione economica dovesse peggiorare ulteriormente rispetto alla condizione attuale.
Del resto, come ha evidenziato MacNevin, in Italia non esiste un eccessivo indebitamento, diversamente da quanto accaduto in altri Paesi in cui il sistema bancario è praticamente crollato e i governi hanno dovuto fornire il loro aiuto.
Secondo MacNevin, oltre all’andamento economico, un altro dei problemi delle banche italiane riguarda i costi fissi, e in particolare il costo del lavoro. Su questo tema, infatti, il vicepresidente ha affermato: “Credo che sul tema dell’efficienza le banche italiane non fanno quanto potrebbero e potrebbero fare parecchio“.
Da questo punto di vista MacNevin ha elogiato Intesa Sanpaolo che, a suo avviso, su questo punto si è comportata abbastanza bene.
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