Ad UniCredit verrebbe contestato il reato di abuso di diritto.
► AUMENTO DI CAPITALE UNICREDIT SEMPRE PIÙ VICINO
Un sequestro, effettuato a scopo preventivo, che entra a far parte del diritto penale è già cosa strana. Che poi le accuse contestate, ovverosia di abuso di diritto, si riferiscano ad un lasso temporale precedente all’introduzione, nell’ordinamento giuridico italiano, del suddetto reato, avvenuto grazie ad una sentenza della Corte di Cassazione di fine 2008, appare paradossale.
► ALLIANZ E L’AUMENTO DI CAPITALE UNICREDIT
Per di più in un contesto legislativo che, lo ribadiamo, si gioca esclusivamente sull’incertezza.
Sembrerebbe, a voler essere maligni, che UniCredit sia stata presa a capro espiatorio, affinché, una volta per tutte, si chiarisca, con certezza, l’applicabilità del reato di abuso d’ufficio e affinché le istituzioni, sui banchi dell’istituto di credito, possano fare scuola sull’argomento.
Inoltre, come se tutto ciò non bastasse, vi sarebbe da ribadire come, ogni operazione oggi contestata a Profumo sia stata, in passato, approvata, o per lo meno considerata contabilmente accettabile sia dallo Studio Tremonti, sia dallo IAS, sia dalla stessa Agenzia delle entrate che sta montando il caso mediatico di cui sopra.
Simili operazioni, infine, sarebbero state compiute, in passato, dall’intero comparto, e banche, quali Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena, avrebbero ricevuto numerosi controlli senza, tuttavia, subire quanto sta subendo oggi UniCredit.