Alitalia non starebbe riuscendo a vendere gli asset meno redditizi e avrebbe, dunque, difficoltà a conseguire gli obiettivi prefissati.
► PAREGGIO ALITALIA CONFERMATO NEL 2011
La ristrutturazione della compagnia aerea, infatti, passa anche dalla cessione degli asset meno remunerativi a società terze, sia appartenenti al gruppo che non, così da snellire la struttura, ridurre gli sprechi e concentrarsi sugli obiettivi primari che, poi, sarebbero semplicemente la riconquista, a livello europeo, della perduta leadership nel settore del trasporto merci e passeggeri.
► PIANO DI RAFFORZAMENTO ALITALIA
Il problema vero, del quale ci stiamo occupando in questo articolo, riguarderebbe proprio la cessione dei suddetti asset operazione che, sino ad oggi, non si è mossa in alcuna direzione, rimanendo, immobile, sulle posizioni di 3 anni fa.
La situazione, dunque, si è notevolmente complicata per Alitalia che, sebbene abbia annunciato, non molto tempo fa, che sarebbe, molto probabilmente, riuscita a raggiungere gli obiettivi del 2011 in data utile, potrebbe vedersi rimanere lontano da tutto ciò e, per di più, con un ingente debito compreso tra 1 e 2 miliardi di euro.
Particolarmente complessa, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe la cessione di un lotto di terreni, immobili ed attività commerciali, dal valore approssimativo di circa 69 milioni di euro, tra i quali rientrerebbero la decadente, in termini di entrate, sede spagnola del gruppo (sita in Avenida Diagonal a Barcellona) e il florido, ma molto costoso, Centro Direzionale di Alitalia Servizi (sito in Viale Alessandro Marchetti a Roma).
Sul fronte delle controllate, invece, i problemi riguarderebbero la cessione di Egyptian Aviation Service Company, creata per fare concorrenza a Egypt Air ma ormai fallimentare, e la spinosa questione di Belac che, a seguito del fallimento di Alitalia vorrebbe uscire dalla joint venture sottoscritta nel 1998.