Il taglio delle previsioni di crescita del Pil italiano e il contesto macroeconomico particolarmente difficile hanno spinto JP Morgan ha rivedere...
La banca d’affari ha osservato che nel corso degli ultimi trimestri i ricavi realizzati dagli istituti di credito italiani si sono rivelati essere sempre più sotto pressione, come se non bastasse gli analisti stimano un incremento dei costi del 3% su base trimestrale e un ulteriore aumento del costo del rischio a causa della stagionalità .
La visione pessimista di JP Morgan riguarda tutte le banche italiane, per ciascuna delle quali è stato attuato un taglio delle stime dell’utile netto del 20% al di sotto delle stime del consenso per il periodo compreso tra il 2011 e il 2013, e delle stime Eps, in particolare del 13% in media rispetto alle attuali previsioni del consenso.
[DEUTSCHE BANK TAGLIA LE STIME PER IL 2012]
Il taglio delle previsioni relative all’utile netto e all’utile per azione ha portato JP Morgan ad attuare un taglio del target price di alcuni tra titoli bancari quotati a Piazza Affari. Il titolo Bpm, in particolare, è stato portato da 1,40 a 1,25 euro, quello di Banco Popolare da 1,35 a 1,15 euro e quello di Ubi Banca da 4,1 a 3,3 euro. Per tutte e tre è stato però confermato il rating “underweight”.
La reazione dei titoli bancari è stata diversa. In tarda mattinata, infatti, viaggiano in territorio negativo Ubi Banca (-0,77) e Banco Popolare (-0,35%), mentre al contrario registrano un guadagno Intesa Sanpaolo (+1,46%), Bpm (+0,13%), Mps (1,03%) e Unicredit (+1,88%).