Le borse europee continuano la loro inesorabile discesa, nonostante gli esperti abbiano espresso parole rassicuranti escludendo per i paesi..
Le rassicurazioni degli economisti, tuttavia, non sono servite a nulla, anzi la situazione sembra addirittura peggiorata. L’indice europeo Stoxx ha perso il 2,9% mentre l’S&P500 ha registrato un calo del 2,38%, per non parlare del continuo calo della moneta unica europea, precipitata sotto quota 1,30 sul dollaro, il livello minimo da aprile 2009.
L’atmosfera che si respira nelle Borse europee ricorda molto quella dell’autunno 2008, la crisi che dei debiti sovrani appare quindi come la conseguenza della precedente crisi del credito e preannuncia di essere altrettanto distruttiva.
Quello che in queste ore ha stupito tutti, infatti, non è tanto il calo registrato sui mercati europei e la continua debolezza dell’euro, quanto più il fatto che i livelli minimi di questa crisi si siano registrati all’indoimani dell’approvazione di un piano di aiuti alla Grecia. Se è vero che il piano presuppone l’adempimento di compiti piuttosto difficili per il paese ellenico è anche vero che questa è una cosa che si conosce già da diverse settimane.
Gli esperti del settore, cercando di trovare una motivazione alla reazione spropositata dei mercati, hanno ipotizzato che i 110 miliardi di euro stanziati dai governi europei e dal Fondo monetario non sono ritenuti sufficienti, sposando coì la tesi di Erik Nielsen, economista di Goldman Sachs, secondo cui la Grecia necessita di una cifra non inferiore ai 150 miliardi.
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