Rio Tinto lancia offerta per Riversdale

Rio Tinto ha comunicato di aver lanciato un’offerta da 3,9 miliardi di dollari, ovvero 16 dollari per azione cash, per acquisire l’azienda concorrente Riversdale. Sull’offerta, che include un premio del 46% rispetto alla quotazione media dell’ultimo mese, è già stato raggiunto un accordo con il board dell’impresa da acquisire, tuttavia secondo gli analisti l’acquisizione non sarà così facile in quanto è probabile che le controfferte da parte di altre aziende attive nel settore minerario non si faranno attendere.

Con questa acquisizione, in particolare, Rio Tinto punta al mercato del carbone coke, la cui domanda continua a salire, attraverso i giacimenti di Riversdale in Mozambico.

Annullamento accordo Rio Tinto Bhp, è ufficiale

E’ ormai ufficiale, Rio Tinto e Bhp Billiton hanno annunciato l’annullamento della joint venture conclusa più di un anno fa. Dopo le prime anticipazioni di Rio Tinto, che poche settimane fa aveva parlato della possibilità che l’operazione non andasse più in porto, è arrivato l’annuncio ufficiale da parte delle due compagnie petrolifere, le quali hanno spiegato che la decisione è stata presa di comune accordo in seguito a delle discussioni con le autorità antitrust.

Rio Tinto, in particolare, attraverso una nota ha fatto sapere che di recente le due parti sono state informate dell’impossibilità che il loro progetto venisse approvato nell’Unione Europea, in Australia, in Giappone, nella Corea del Sud ed in Germania, almeno secondo quella che è la sua forma attuale.

Fallimento joint venture Rio Tinto Bhp

La joint venture tra Rio Tinto e Bhp Billiton potrebbe non andare in porto. A rivelarlo è stata la stessa Rio Tinto mediante una nota nella quale viene spiegato che di recente il board è venuto a conoscenza di alcune comunicazioni delle autorità di regolazione che evidenziano potenziali ostacoli all’approvazione della joint venture.

Rio Tinto e Bhp, ricordiamo, sono due tra i maggiori produttori minerari al mondo e lo scorso giugno hanno concluso un accordo destinato ad unire le miniere e le infrastrutture nella regione australiana Pilbara mediante una joint venture paritetica.

Rio Tinto interessato a Potash

Secondo alcune indiscrezioni di stampa Bhp Billiton non è l’unica azienda interessata a mettere le mani sul colosso dei fertilizzanti Potash Corporation of Saskatchewan Inc., un’offerta potrebbe arrivare anche da quello che è considerato il suo rivale per eccellenza: Rio Tinto.

Ad ipotizzarlo è stato il quotidiano Globe & Mail, secondo cui nella scalata a Potash il colosso minerario potrebbe essere affiancato dalla cinese Chalco, divenuta sua azionista.

Joint venture Rio Tinto Chinalco

Rio Tinto ha annunciato di aver firmato un protocollo di intesa con la cinese Chinalco per la creazione di una joint venture del ferro a Simandou, in Guinea, un giacimento che secondo alcune stime contiene 2,5 miliardi di tonnellate di ferro di altissima qualità e che si ritiene possa raggiungere una produzione che si aggira intorno alle 200 tonnellate all’anno.

Al momento Rio Tinto possiede il 85% delle operazioni a Simandou, il restante 5% è nelle mani di International Finance Corporation (IFC), la divisione finanziaria della World Bank.

Bilancio Rio Tinto 2009

Rio Tinto

Rio Tinto ha chiuso il 2009 con un utile netto di 4,87 miliardi di dollari, in crescita del 33% rispetto allo scorso anno, nonostante questo però il board ha deciso di tagliare il dividendo a 0,45 dollari dai 0,60 dell’anno scorso. Al 31 dicembre 2009 è stato registrato anche un miglioramento dell’indebitamento netto che è passato a 18,9 miliardi di dollari dai 38,7 miliardi dello scorso anno, soprattutto grazie alla cessione di asset per 5,7 miliardi.

Le aspettative per il 2010 sono piuttosto buone, il Ceo Jan du Plessis ha infatti detto che in base alle previsioni i fattori che hanno portato al rialzo i prezzi delle materie prime dovrebbero continuare anche nel corso del 2010.

Rio Tinto, utili -65% nel primo semestre 2009

rio tinto

Rio Tinto ha chiuso il primo trimestre dell’anno con pesantissimo calo di utili, in flessione del 65% a 2,45 miliardi di dollari, contro i 6,95 miliardi di dollari registrati nello stesso periodo dello scorso anno.

Su base pro-forma, invece, c’è stata una flessione del 54% a 2,57 miliardi di dollari, contro i 5,53 del 2008. Per quanto riguarda il fatturato è stato registrato un calo del 31% a 18,85 miliardi di dollari, contro i 27,19 del primo trimestre del 2008.

Rio Tinto vende asset Alcan Packaging a Amcor

amcor

Amcor, primo produttore al mondo di bottiglie in plastica per alimenti, ha annunciato che acquisterà alcuni asset di Alcan Packaging, società controllata da RioTinto.

Amcor, in particolare, ha comunicato che intende acquistare le attività di Alcan Packaging in Europa e in Asia relative al settore alimentare, farmaceutico e del tabacco, cercando di estendere ulteriormente il proprio dominio anche in Europa e nei mercati emergenti e confermandosi così il più grande colosso mondiale nel settore del packaging.

Rio Tinto accusata di spionaggio dalla Cina

estrazione mineraria

L’agenzia cinese per i segreti di Stato ha accusato il colosso minerario australiano Rio Tinto di aver effettuato un attività di spionaggio industriale ai danni della Cina per ben 6 anni, un’attività che è costata alla Cina una perdita che ammonta a circa 100 miliardi di dollari.

L’inizio della vicenda risale ai primi di luglio quando sono stati arrestati quattro dipendenti di Rio Tinto, tre di nazionalità cinese e uno australiano. L’arresto è seguito all’accusa di corruzione e di furto di alcuni segreti di stato, il tutto avvenuto nel corso di una negoziazione relativa ad alcuni contratti su minerali ferrosi.

Rio Tinto si accorda con BHP Billiton

rio tinto

Qualche mese fà BHP Billiton, la più grande compagnia mineraria del mondo, aveva reso noto di aver abbandonato l’offerta formulata per acquisire Rio Tinto ma a quanto pare le trattative tra le due società non erano affatto terminate.

Poche ore fà, infatti, Rio Tinto ha annullato l’accordo da 19,5 miliardi di dollari con la compagnia cinese Chinalco, optando per un’emissione di azioni da 15,2 miliardi di dollari e una joint venture sulla produzione con Bhp Billiton.

Rio Tinto taglia i costi per ridurre il debito

Rio Tinto, la terza azienda mineraria più grande del mondo, ha annunciato un taglio di 14.000 posti di lavoro e il rinvio di alcune delle spese che erano già state pianificate per le due sedi di Londra. La decisione deriva dalla volonta dell’azienda di tagliare i costi al fine di ridurre, entro la fine del prossimo anno, il suo debito che, attualmente, ammonta a circa 10 miliardi di dollari.

L’azienda, infatti, naufragata la possibilità di essere acquisita dalla sua concorrente, la BHP Billiton, sta cercando di mettere in atto tutte le strategie possibili al fine di non aggravare ulteriormente il suo debito che, vista la recessione determinata dalla crisi economica, condurrebbe ad un fallimento certo.

BHP Billiton abbandona l’offerta formulata a Rio Tinto

BHP Billiton, la più grande compagnia mineraria del mondo, ha ritirato la sua offerta, formulata circa un anno fà, al fine di acquisire una delle sue principali compagnie rivali, la Rio Tinto, affermando che, al momento, l’instabilità dei mercati finanziari e le incertezze relative alle prospettive economiche globali non coincidono con gli interessi dei propri azionisti.

La decisione improvvisa e inaspettata di BHP rappresenta uno dei principali esempi di come la crisi economica mondiale possa riflettersi sui piani di ampliamente delle aziende e, quindi, frenare ulteriormente l’economia.

Se l’offerta, che ammontava a circa 147 miliardi di dollari, non fosse stata ritirata e l’idea iniziale fosse andata in porto, avremmo assistito ad una delle più grandi fusioni, trattandosi due due colossi societari.