
Con questa acquisizione, in particolare, Rio Tinto punta al mercato del carbone coke, la cui domanda continua a salire, attraverso i giacimenti di Riversdale in Mozambico.
Con questa acquisizione, in particolare, Rio Tinto punta al mercato del carbone coke, la cui domanda continua a salire, attraverso i giacimenti di Riversdale in Mozambico.
Rio Tinto, in particolare, attraverso una nota ha fatto sapere che di recente le due parti sono state informate dell’impossibilità che il loro progetto venisse approvato nell’Unione Europea, in Australia, in Giappone, nella Corea del Sud ed in Germania, almeno secondo quella che è la sua forma attuale.
Rio Tinto e Bhp, ricordiamo, sono due tra i maggiori produttori minerari al mondo e lo scorso giugno hanno concluso un accordo destinato ad unire le miniere e le infrastrutture nella regione australiana Pilbara mediante una joint venture paritetica.
Ad ipotizzarlo è stato il quotidiano Globe & Mail, secondo cui nella scalata a Potash il colosso minerario potrebbe essere affiancato dalla cinese Chalco, divenuta sua azionista.
Al momento Rio Tinto possiede il 85% delle operazioni a Simandou, il restante 5% è nelle mani di International Finance Corporation (IFC), la divisione finanziaria della World Bank.
Le aspettative per il 2010 sono piuttosto buone, il Ceo Jan du Plessis ha infatti detto che in base alle previsioni i fattori che hanno portato al rialzo i prezzi delle materie prime dovrebbero continuare anche nel corso del 2010.
Su base pro-forma, invece, c’è stata una flessione del 54% a 2,57 miliardi di dollari, contro i 5,53 del 2008. Per quanto riguarda il fatturato è stato registrato un calo del 31% a 18,85 miliardi di dollari, contro i 27,19 del primo trimestre del 2008.
Amcor, in particolare, ha comunicato che intende acquistare le attività di Alcan Packaging in Europa e in Asia relative al settore alimentare, farmaceutico e del tabacco, cercando di estendere ulteriormente il proprio dominio anche in Europa e nei mercati emergenti e confermandosi così il più grande colosso mondiale nel settore del packaging.
L’inizio della vicenda risale ai primi di luglio quando sono stati arrestati quattro dipendenti di Rio Tinto, tre di nazionalità cinese e uno australiano. L’arresto è seguito all’accusa di corruzione e di furto di alcuni segreti di stato, il tutto avvenuto nel corso di una negoziazione relativa ad alcuni contratti su minerali ferrosi.
Poche ore fà , infatti, Rio Tinto ha annullato l’accordo da 19,5 miliardi di dollari con la compagnia cinese Chinalco, optando per un’emissione di azioni da 15,2 miliardi di dollari e una joint venture sulla produzione con Bhp Billiton.
L’azienda, infatti, naufragata la possibilità di essere acquisita dalla sua concorrente, la BHP Billiton, sta cercando di mettere in atto tutte le strategie possibili al fine di non aggravare ulteriormente il suo debito che, vista la recessione determinata dalla crisi economica, condurrebbe ad un fallimento certo.
La decisione improvvisa e inaspettata di BHP rappresenta uno dei principali esempi di come la crisi economica mondiale possa riflettersi sui piani di ampliamente delle aziende e, quindi, frenare ulteriormente l’economia.
Se l’offerta, che ammontava a circa 147 miliardi di dollari, non fosse stata ritirata e l’idea iniziale fosse andata in porto, avremmo assistito ad una delle più grandi fusioni, trattandosi due due colossi societari.