
Premafin avrebbe deciso di scrivere questa lettera al Cda di Fondiaria Sai principalmente per due motivi, ossia le condizioni dei mercati che sono cambiate e l’aumento del margine di solvibilità che ormai è arrivato molto vicino al 95%.
Premafin avrebbe deciso di scrivere questa lettera al Cda di Fondiaria Sai principalmente per due motivi, ossia le condizioni dei mercati che sono cambiate e l’aumento del margine di solvibilità che ormai è arrivato molto vicino al 95%.
Durante una riunione ieri pomeriggio tra i vertici di Premafin e i tecnici delle sette banche creditrici, sarebbe stato raggiunto un accordo che prevede la ristrutturazione completa dell’indebitamento della holding (368 milioni di euro), sia nel caso di fusione di Premafin con FonSai, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni sia nel caso che la holding rimanga separata.
Al momento, dunque, l’unico piano esistente è quello già annunciato, non esisterebbero quindi piani alternativi qualora questo non dovesse ricevere il via libera da parte dell’Isvap, ne deriva quindi che in caso di parere contrario sarà necessario procedere alle necessarie modifiche.
Questo progetto di integrazione ha come obiettivo quello di salvaguardare la solvibilità attuale e futura di Premafin e Fondiaria Sai, andando però anche a creare uno dei più importanti operatori nazionali nel settore assicurativo.
Unipol ha infatti firmato una lettera di intenti non vincolante avente ad oggetto l’avvio di un processo di integrazione con Premafin, Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni e la creazione di un operatore italiano attivo nel settore delle assicurazioni pienamente in grado di tenere testa ai principali competitor europei.
Ad influire positivamente sull’andamento del titolo della holding della famiglia Ligresti sono ancora una volta le indiscrezioni di stampa che parlano del possibile ingresso di un nuovo socio in grado di sostenere finanziariamente il gruppo.
Anche Clessidra non vuole cedere, infatti fino a qualche ora fa sembrava inevitabile che il riassetto di FonSai dovesse passare per Unipol invece la situazione è cambiata ancora una volta.
Nel comunicato si legge che la Consob ha stabilito la non obbligatorietà dell’Opa alla luce della situazione di crisi in cui versa Fondiaria Sai e in virtù dell’applicazione dell’esenzione prevista dall’art. 49 del Regolamento 11971 in materia emittenti.
L’accordo, in particolare, prevede un investimento di 170 milioni da parte di Unicredit e che sarà destinato alla sottoscrizione di una quota dell’aumento di capitale da 450 milioni di Fondiaria Sai, in modo tale da arrivare a detenere al termine dell’operazione una quota del 6,6% del capitale ordinario.
Secondo quanto riportato da Reuters, che cita alcune fonti vicine all’operazione, la famiglia Ligresti avrebbe rifiutato la nuova proposta di Groupama in quanto preferisce che una soluzione al problema del rafforzamento del capitale della holding e, a cascata, di Fondiaria Sai arrivi da una fonte italiana.
L’obiettivo dell’operazione, ricordiamo, è quello di attuare un rafforzamento patrimoniale della holding Premafin e, a cascata, della controllata Fondiaria Sai.
Secondo alcune indiscrezioni di stampa, dunque, la famiglia Ligresti si sarebbe affidata a Unicredit, che al momento sta studiando un piano alternativo a quello formulato da Groupama ma che allo stesso tempo consenta il salvataggio di Premafin e delle sue controllate.