Grecia raggiunge accordo sul piano di austerità

Buone notizie in merito al futuro dell’economia della zona euro arrivano dalla Grecia. Il premier greco Papademos e i partiti politici del paese sono infatti riusciti a trovare un accordo sulle misure di austerità necessarie per ottenere nuovi aiuti ed evitare così il default.

L’adozione di tali misure, ricordiamo, era stata espressamente richiesta ad Atene dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale per la concessione di un nuovo pacchetto aiuti.

Investire in titoli di Stato e obbligazioni nel 2012

La crisi del debito sovrano e la conseguente debolezza della moneta unica hanno spinto diversi investitori a rivedere il proprio portafoglio obbligazionario, in alcuni casi per renderlo meno soggetto a possibili attacchi speculativi ma al tempo stesso anche meno redditizio, mentre in altri casi la modifica apportata ha addirittura contribuito ad innalzare il livello di rischio del portafoglio, una scelta che nasce dalla decisione di rischiare il proprio capitale tentando di intascare rendimenti interessanti offerti in questo periodo da titoli considerati rischiosi.

Previsioni Pil 2012-2013 tagliate dalla Banca Mondiale

La Banca Mondiale ha rivisto al ribasso le sue previsioni sulla crescita dell’economia globale nel corso dei prossimi due anni a causa dell’impatto negativo derivante dalla crisi del debito sovrano che si sta abbattendo sul Vecchio Continente.

Per il 2012, in particolare, è prevista una crescita del Pil mondiale del 2,5%, mentre nel 2013 la crescita dovrebbe essere del 3,1%, ovvero inferiore rispettivamente di 1,1 e di 0,5 punti rispetto alle previsioni diffuse lo scorso giugno.

Ipotesi fallimento Grecia a marzo

Nel corso di un’intervista rilasciata a Stoccolma e citata da Bloomberg, Edward Parker, managing director di Fitch Ratings, si è detto certo che a marzo la Grecia fallirà a causa della sua incapacità di far fronte al pagamento del bond da 14,5 miliardi, nonché del fallimento del piano di ristrutturazione del debito che vede il coinvolgimento dei privati.

Parker ha infatti spiegato che per Fitch Ratings il coinvolgimento del settore privato equivale a default certo, per cui la Grecia senza ombra di dubbio fallirà entro breve, probabilmente a marzo in occasione della scadenza prevista per il pagamento del suddetto bond.

Borse europee in calo per opposizione Germania anticipo Esm

Le principali borse europee hanno registrato un netto peggioramento subito dopo la circolazione di alcune indiscrezioni di stampa, secondo cui la Germania si sarebbe opposta alla proposta di sommare la capacità di finanziamento del Fondo salva-stati Efsf con quella del fondo permanente Esm, che verrebbe quindi anticipato a metà del 2012, per un totale di ben 900 miliardi di euro.

Secondo quanto riportato dal Financial Times sarebbe questa la nuova misura destinata a contrastare la crisi del debito sovrano e a cui i leader europei sarebbero arrivati dopo ben 11 ore di trattative, misura che sarà poi presentata nel corso del summit che inizierà domani sera per poi concludersi venerdì 9 dicembre.

La crisi e il ruolo delle banche

Nel nuovo video pubblicato da Anima Sgr. sul suo canale di YouTube, il direttore generale Armando Carcaterra risponde brevemente ad alcune domande sulla crisi del debito sovrano e sul ruolo che rivestono le banche, nonchè sulle conseguenze che avrebbe un possibile default dei paesi europei a rischio sull’intero sistema bancario.

Cartacaterra inizia ad affrontare l’argomento citando gli “indignados”, convinti che le banche siano il vero nemico in quanto causa della crisi economica, dal momento che assumono rischi talvolta eccessivi senza però preoccuparsi delle eventuali conseguenze negative poiché ci sono gli Stati sempre pronti a correre in loro soccorso.

Spread Btp-Bund torna in area 350

Torna il sereno sui mercati azionari ed obbligazionari, con i listini europei in forte progresso, e con lo spread Btp-Bund sceso repentinamente in area 350 dopo il record dei giorni scorsi sopra i 400 punti base.

A scatenare l’euforia è stato l’annuncio della Bce di un’azione coordinata tra le banche centrali di tutto il mondo al fine di fornire sostegno alla liquidità in dollari. A scendere in campo, oltre alla Banca centrale europea, sono in particolare la Boj, Banca del Giappone, la Banca centrale americana, ovverosia la Federal Reserve, e la Boe, Banca centrale d’Inghilterra.

Previsioni tassi di interesse 2011-2012 modificate da Morgan Stanley

Morgan Stanley ha tagliato le stime sulla crescita del Pil mondiale nel 2011 portandole al 3,9% dal precedente 4,2%. La banca d’affari ha spiegato che alla base della sua decisione c’è la crisi del debito sovrano e soprattutto l’incapacità dei leader europei di riuscire a individuare e ad attuare le misure necessarie per fronteggiarla, andando così a causare un generale calo di fiducia e a rendere più probabile un ulteriore inasprimento fiscale da parte dei vari paesi.

Oltre a rivedere al ribasso le stime di crescita per l’anno in corso, Morgan Stanley ha anche tagliato le previsioni relative al 2012 portandole dal 4,8% al 3,8%.

Rating Grecia tagliato da Standard & Poor’s

L’agenzia di rating Standard & Poor’s è nuovamente intervenuta sul rating della Grecia portandolo da “CCC” (corrispondente a “vulnerabile”) a “CC” (corrispondente a “molto vulnerabile e altamente speculativo”), ovvero due livelli prima del default. Contemporaneamente ha confermato il rating “C” sul debito a breve.

Gli analisti dell’agenzia hanno spiegato di aver deciso di peggiorare ulteriormente il loro giudizio su Atene perché ritengono che il piano di salvataggio predisposto dall’Ue nei giorni scorsi risulta sfavorevole nei confronti degli investitori.

Secondo piano di salvataggio Grecia, intervengono i privati

Il cambio euro dollaro ha recuperato dai minimi registrati nel corso delle ultime due settimane grazie all’accordo a cui sono giunti ieri i capi di stato dei 17 paesi della zona euro in merito al secondo pacchetto di aiuti a favore della Grecia.

Nel predisporre il nuovo piano si è tentato di arrivare ad una soluzione capace di isolare la Grecia in modo tale da scongiurare il rischio contagio a danno di altri paesi. Come ha spiegato al termine del vertice il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, tra gli obiettivi del nuovo piano c’è quello di migliorare la sostenibilità del debito greco, fermare il rischio contagio e rafforzare gli strumenti di gestione delle crisi.

Default Grecia non escluso da Junker

Le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, hanno ulteriormente appesantito le Borse europee, compresa Piazza Affari dove l’indice Ftse Mib ha accelerato la sua corsa al ribasso segnando in tarda mattinata una flessione dell’1,30% a quota 18.541 punti.

Junker, in particolare, ha spiegato che i governi dei paesi della zona euro stanno lavorando per arrivare ad una soluzione che sia in grado di evitare il default della Grecia, tuttavia non si può escludere l’ipotesi che non riescano a trovare un accordo o che il loro piano fallisca, per cui il default di Atene resta una possibilità che non può essere esclusa.

Spread Btp-Bund supera soglia 330 punti

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco con scadenza dieci anni ha nuovamente superato i 330 punti salendo a quota 334 punti rispetto ai 309 punti segnati lo scorso venerdì.

Come già accaduto la scorsa settimana, la causa del nuovo rialzo della differenza di rendimento tra i due titoli è stata causata dai timori relativi alla crisi del debito sovrano e dal concreto rischio contagio a danno di altri paesi, tra cui figura anche l’Italia.

Euro e dollaro in crisi, possibile downgrade rating USA

L’euro e il dollaro stanno entrambi vivendo un momento di crisi. Ad influire sull’andamento della divisa europea è la già nota crisi del debito sovrano causata dall’elevato deficit di alcuni paesi europei, mentre dall’altro lato dell’Atlantico ad indebolire il biglietto verde sono soprattutto le speculazioni su un nuovo piano di stimoli per l’economia americana, a cui si va ad aggiungere una nuova preoccupazione sorta nel corso delle ultime ore.

Secondo quanto riportato da alcune fonti, infatti, esiste il concreto rischio che il debito sovrano degli Stati Uniti venga declassato da alcune tra le principali agenzie di rating.