Il mercato dell’export è in crisi. A gennaio 2013 le stime delle esportazioni dei prodotti italiani non prevedevano il calo che in vece si è ufficialmente registrato nei primi sette mese dell’anno corrente.
Le esportazioni italiane crollano non rispettando le stime che gli esperti avevano elaborato. Questo crollo è andato ad influenzare negativamente l’intera produzione industriale che ora cerca ed attende qualche risposta positiva dal mercato. In particolare, sono stati colpiti negativamente i seguenti settori: settore siderurgico, settore fondiario, settore dei metalli di base, settore dei metalli preziosi.
Andando ad analizzare i dati si evince che le esportazioni italiane sono scese ben di due punti tra giugno e luglio 2013. In linea di massima il bilancio dell’export è riuscito a rimanere in positivo grazie alla manovra della giornata lavorativa in più. Infatti, se si togliesse il fattore della giornata lavorativa in più, ci si riscontrerebbe con un chiaro segno negativo nelle statistiche del settore, un settore decisamente troppo importante per l’economia del paese.
Il calo delle esportazioni italiane è legato al vecchio continente. Difatti l’Europa ha visto un diminuzione collettiva del settore, diminuzione che non solo ha colpito l’Italia con un -2% da gennaio a luglio, ma ha colpito, in termini diversi: Germani, Francia e Spagna. Solo la Gran Bretagna è sfuggita al calo europeo delle esportazioni, riuscendo a riportare dati positivi nell’arco di tempo interessato.
Nonostante la crescita di altri settori del mercato italiano, che attualmente teme anche la crisi politica, (come quello farmaceutico, tessile, alimentare, apparati elettrici, gomma e plastica), la diminuzione delle esportazioni ha fortemente influenzato la nostra economia che si ritrova ad avere un vero e proprio punto debole: il campo delle esportazioni.